Le certificazioni del pellet

le certificazioni del pellet

Le certificazioni del pellet sono di vario tipo a seconda del Paese di provenienza, ma tutte mirano a garantire che il processo di lavorazione sia avvenuto nel rispetto degli standard di qualità previsti a norma di legge. Come? Semplice: per ottenere le certificazioni le aziende produttrici sono sottoposte a controlli regolari da parte di laboratori specializzati.
Scegliere prodotti certificati è uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per garantirci l’acquisto di pellet di qualità, oltre a quanto già detto sul discorso della materia prima (per saperne di più potete leggere qui) e della nazionalità del pellet (per approfondire trovate questo articolo).

Ecco alcune certificazioni del pellet utilizzate nel panorama internazionale:

  • ONORM M 7135 (Austria)
  • DIN 51731 e DIN plus (Germania)
  • The British BioGen Code of Practice for biofuel (Gran Bretagna)
  • Standard Regulations & Standards for Pellets in the US: The PFI (USA)
  • SN 166000 (Svizzera)
  • SS 187120 (Svezia)
  • ENPlus (Europa, internazionale)

 

Per quanto riguarda l’Italia, se è vero che non si può vendere un prodotto che non sia accompagnato dal nome del produttore e dalla descrizione circa la materia di cui è composto, è però anche vero che ancora non c’è l’obbligo di certificare il pellet. Ancora meno controllata la situazione per i produttori in Ucraina e Russia che, spesso, utilizzano le certificazioni tedesche sebbene non rispondano agli stessi requisiti normativi.

 

le certificazioni del pellet - enplus a1

 

Per avere un riferimento che sia trasversale, anche in Italia negli ultimi anni si tende ad utilizzare la certificazione ENPlus, nata nel 2010 grazie a un accordo in ambito dell’European Pellet Council (EPC) e poi diffusa nei vari stati europei. La certificazione ENPlus si basa sulla norma EN 14961-2 e presenta il grande vantaggio di seguire tutta la filiera del pellet: non solo la produzione, ma anche la provenienza del legno, lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione finale.

La certificazione ENPlus divide il pellet in tre categorie:

  1. ENPlus – A1, il pellet di alta qualità (con un residuo ceneri inferiore allo 0,7%);
  2. ENPlus – A2, il pellet di una qualità inferiore (con un residuo ceneri inferiore all’1,5%);
  3. EN – B, il pellet di scarsa qualità, adatto esclusivamente per utilizzo industriale.

La certificazione ENPlus è gestita dalle varie associazioni nazionali riunite nell’EPC, proprietario del marchio. Per l’Italia, l’associazione di riferimento è l’AIEL, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali, che riunisce le imprese produttrici e distributrici certificate ENPlus.
Come dichiara l’AIEL nella presentazione online, “uno dei principali obiettivi del gruppo sarà promuovere le aziende certificate, contrastando con forza gli usi fraudolenti del marchio di qualità”.

Un consiglio per smascherare gli impostori?

Il marchio non basta, occorre che ci sia il numero identificativo dell’azienda produttrice. Come riconoscerlo? Il numero è formato dal codice del Paese produttore (IT per l’Italia) seguito da tre cifre: i numeri da 0 a 299 identificano i produttori, quelli oltre 300 gli importatori.
Sul sito di EN PLUS si può verificare che il codice corrisponda al produttore o all’importatore effettivo e, sempre sul sito, date un’occhiata alla “blacklist”, la lista nera dei truffatori… È sempre aggiornata e dà una un’ottima idea della serietà di ENPlus!

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