
La parola pellet deriva dal termine inglese “pellet”, pallina, che indica una sostanza compressa di piccole dimensioni e di forma circolare.
Anche l’italiano ha assorbito questo vocabolo e usiamo la parola pellettizzazione per indicare un processo tecnico in cui dei prodotti polverulenti vengono trasformati in granuli sferici.
Come leggiamo dall’Enciclopedia Treccani: «Il materiale polverulento e inumidito è inviato su dischi o tamburi rotanti, sui quali si agglomera; a causa del moto rotatorio le particelle vengono a contatto fra loro e possono aderire le une alle altre formando granuli compatti, abbastanza resistenti».
Ma guardiamo le principali fasi produttive per la realizzazione del pellet del legno utilizzato come combustibile e che alimenta le stufe e i camini delle nostre case:
1. Reperimento della materia prima
La produzione del pellet inizia con l’approvvigionamento del legno grezzo o, meglio, deli scarti della lavorazione del legno. Infatti, nella maggior parte dei casi, la materia prima si recupera in seguito all’elaborazione del legno per produrre altri prodotti.
Ad esempio, per produrre le lastre di legno dei nostri parquet o dei nostri mobili in pregiato legno massello si ottiene una grande quantità di legno pulito (senza corteccia o sporco) e, sotto forma di segatura o piccoli blocchi, questo è l’elemento grezzo perfetto per produrre il pellet.
2. Processo di essiccazione
La materia prima del pellet deve essere quanto più possibile uniforme quindi, prima della lavorazione, il legno andrà essiccato fino a raggiungere un livello di umidità inferiore al 4 % su una base di peso secco. L’umidità in eccesso può causare problemi quali, per esempio, uno scarso consolidamento del pellet e un potere calorifero inferiore nella fase di consumo.
3. Pellettizzazione vera e propria
Il materiale adeguatamente essiccato e reso quanto più possibile omogeno, viene immesso nelle presse ad alte temperature. La pressione ad alta temperatura permette alla lignina, elemento naturale che avvolge la cellulosa delle piante, di sciogliersi e trasformarsi così in collante naturale.
La pasta così ottenuta viene compressa in una trafila da cui si procede al processo di estrusione e vengono tagliati i piccoli cilindretti di circa 6 millimetri che tutti conosciamo.
L’ultimo passaggio?
Si passa il pellet al setaccio, per eliminare tutte le polveri e imbustare il prodotto pronto per il consumo.
Una “pallina di segatura” che racchiude una grande quantità di energia per riscaldare il vostro inverno!
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