Milioni sono gli italiani che, ogni anno, scelgono il pellet per il riscaldamento della loro casa: sinonimo di efficienza e di risparmio, è una soluzione sempre più apprezzata, con un impatto ambientale ridotto.
Ma come funziona e come avviene la combustione del pellet? Facciamo il punto.
La combustione del pellet: ecco come avviene
La combustione del pellet si verifica principalmente in quattro passaggi:
1) essiccazione ed evaporazione dell’acqua
2) momento di gassificazione
3) fase di combustione del gas
4) formazione finale del carbone
Essiccazione ed evaporazione dell’acqua
Nella stufa, quando il pellet giunge nella camera di combustione, il calore generato scatena l’evaporazione dell’acqua contenuta nello stesso pellet.
Si tratta di una fase di breve durata e questo perché il contenuto idrico del combustibile è piuttosto basso.
Momento di gassificazione
Man mano, con l’aumento della temperatura, il pellet inizia il processo di gassificazione. Quando si raggiungono circa 270°, sono prodotti idrocarburi, monossido di carbonio, idrogeno e metano.
Fase di combustione del gas
I gas, alla loro temperatura di accensione, si infiammano naturalmente.
Questa nuova fase fa sì che idrogeno e ossigeno creino acqua e, bruciando, il carbonio degli idrocarburi e il monossido di carbonio producano diossido di carbonio e vapore.
Il fumo, nel caso presente, evidenzia una scarsa quantità di ossigeno, non sufficiente per la combustione.
Formazione finale del carbone residuo
Dopo la fuoriuscita di tutti i gas, a restare saranno le ceneri formate – in primis – da minerali. La cenere è una componente non combustibile, poco presente nei pellet (per circa lo 0.5% del peso).
Le ceneri rimanenti sono costituite nello specifico da minerali, sabbia e impurità della corteccia, ma anche da terriccio. Ma non solo: nei pellet si trovano anche potassio e sodio, che hanno un’azione chiave nel processo di combustione.
Combustione del pellet: i consigli da seguire per non sbagliare
La combustione del pellet necessita di alcune accortezze perché avvenga nel modo corretto.
Tra queste:
- Un equilibrio nel rapporto tra pellet e ossigeno in camera di combustione.
- Un continuo irraggiamento del calore tra pellet in combustione e quello nuovo aggiunto man mano.
Il pellet e la sua qualità determinano poi la qualità del processo di combustione.
Ricordiamo che l’impiego errato di un combustibile non qualitativamente idoneo e l’aria non sufficiente, assieme poi a un tipo di stufa o caldaia non adatte, causano il cattivo impiego del combustibile o l’insorgere di effetti negativi, anche per quanto riguarda l’impatto ambientale.
Quali sono le condizioni ideali per la combustione del pellet?
Quattro sono le condizioni ideali perché la combustione avvenga correttamente:
- una temperatura adeguata
- la presenza di ossigeno
- tempo di ritenzione
- mescolamento del combustibile con l’aria
In questo modo, restano basse le emissioni di monossido di carbonio e di idrocarburi.
Nel caso in cui l’aria nella stufa sia eccessiva, il pellet non brucerebbe in modo ottimale.
Qual è la temperatura di combustione del pellet
Nelle stufe a pellet la temperatura di combustione può raggiungere anche i 650° – 700°; se la temperatura è meno elevata, il rischio è che alcuni degli idrocarburi non vadano incontro al processo di combustione attraverso il tubo di uscita dei fumi.
Le più basse temperature, col tempo, causano inoltre la corrosione nella stufa e nei condotti dei gas di scarico.
Concludendo
Ciò che emerge è la necessità di un controllo della funzionalità della stufa a pellet e, allo stesso tempo, la scelta di un pellet di qualità, in grado di soddisfare le necessità di riscaldamento per l’abitazione.
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